Portogallo

La situazione economica del Portogallo nel 2007

 


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La situazione economica del Portogallo nel 2007

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Per raccontare il Portogallo moderno si può cominciare parlando di Lisbona. In bilico tra i ritmi lenti della vita dei vecchi quartieri e i ritmi veloci del presente globalizzato.

Lisbona è una città bella e decadente, con molti problemi ma anche molte speranze. Pensate che il salario minimo qui è tra i più bassi d'Europa, solo 430 al mese e che il precariato impera come in Italia. Il tasso di disoccupazione è oltre il 7% e la competitività a livello di industria ancora carente, così come lo spirito imprenditoriale. Indubbiamente i miglioramenti degli ultimi anno si fanno sentire anche se il Portogallo resta la cenerentola d'Europa. Guardando però con occhio ottimistico al futuro fanno ben sperare le misure prese dal premier, il socialista Jose Socrates (nella foto) che in soli due anni a costo dell'impopolarità e di una ondata di scioperi, ha comunque intrapreso una serie di riforme significative. Si va dal drastico taglio dei costi della pubblica amministrazione alla riforma della scuola primaria, passando per la legalizzazione dell'aborto, l'aumento dell'Iva dal 19% al 21% alle liberalizzazioni, per arrivare sopratutto al contenimento del deficit con obbiettivo 3% da raggiungere entro il 2008 (dal 6% del 2005).

 

Nel concreto si è puntato sulla riduzione dei costi della pubblica amministrazione, ma anche sulla mobilità dei pubblici dipendenti e la meritocrazia come fattori imprescindibili di sviluppo economico e sociale. Alle scuole primarie è stato introdotto l'inglese dalle elementari, ed è stato creato un programma per cercare di fare tornare a scuola gli Under 34 che non avevano finito gli studi. E' stato lanciato un programma per la formazione e la riqualificazione di un milione di lavoratori e si sono programmati investimenti sulla modernizzazione del paese, nei campi della logistica, delle infrastrutture, dell'energia, delle nano tecnologie e delle comunicazioni. Quanto alle infrastrutture, pensate al treno ad alta velocità e al nuovo Aeroporto di Lisbona.

Si cerca di fare collaborare insieme pubblico e privato insieme per lo sviluppo di progetti innovativi e si cercano di attrarre investimenti dall'estero. Per esempio ultimamente Nokia, Siemens e Cisco hanno investito in Portogallo per creare qui i loro centri europei; il problema è il recupero dei fondi necessari per proseguire su questa linea di sviluppo e lanciare il paese verso il futuro. Per il contenimento del deficit sono infatti previste restrizioni di bilancio che limitano le possibilità di investimento e crescita.

Questo onestamente è il problema di tutti gli stati, compresa l'Italia. Il Portogallo per i legami storici con il Brasile può diventare un validissimo interlocutore per fare da tramite tra il paese sudamericano e l'Europa. In questo senso le opportunità che da il paese possono essere molte. L'incognita resta.

Se il paese riuscirà a levarsi finalmente di dosso il ricordo di una recente decadenza allora, come la Spagna, si potrà assistere ad una rifioritura economica, politica e culturale di cui beneficerà l'intero continente.